Appalti

APPALTI: Il trust quale misura di “self cleaning” per la partecipazione alle procedure di affidamento di contratti pubblici.

F.R. Lupoi, G.F. Maiellaro, Il trust quale misura di “self cleaning” per la partecipazione alle procedure di affidamento di contratti pubblici, in Riv. Trim. degli appalti, 4, 2022, pag. 1209 e ss.

SOMMARIO: 1. Premessa, oggetto e metodo di indagine. 2. Le misure di cosiddetto “self cleaning” quale rimedio ai motivi di esclusione ex art. 80, codice dei contratti pubblici. 3. L’istituto del trust e le norme di riferimento in materia. 4. L’applicazione dell’istituto del trust nel settore dei contratti pubblici. 5. Considerazioni e indicazioni conclusive.

Abstract: Come noto, uno dei momenti maggiormente sensibili e critici nell’accesso alle gare per l’affidamento di commesse pubbliche è l’attestazione dei requisiti di affidabilità, morale e professionale prescritti per legge (cosiddetti requisiti “generali” ex art. 80 del d.lgs. n. 50 del 2016 e successive modificazioni ed interpretazioni) e, sotto tale profilo, la valutazione delle misure eventualmente assunte dalle imprese concorrenti per rimediare a circostanze ostative alla detta partecipazione – cosiddette “misure di selfcleaning” (v. art. 80, commi 7, 8 e 9, d.lgs. n. 50 del 2016 e successive modificazioni ed interpretazioni).

In tale specifico contesto, potrebbe assumere rilievo e valutarsi il ricorso all’istituto del trust che, qualora conforme e idoneo ai fini di che trattasi, potrebbe assicurare alle imprese taluni sensibili vantaggi in termini di agilità di forme, tempi e adempimenti, oltre che rappresentare uno strumento particolarmente efficace in relazione alle rigorose esigenze e finalità di trasparenza e soluzione di continuità sottese alle norme vigenti in materia.